Macchine Agricole (febbraio 2016)

CT50

UN ABBATTIMENTO PARTICOLARE, un'operazione forestale comune può diventare complessa nell'ambito del verde urbano, ed è da eseguire con attenzione e attrezzature adatte.

Considerando anche il solo ambito forestale tradizionale, l’abbattimento di una pianta costituisce un’operazione che richiede conoscenze e abilità consolidate. Le cose si complicano se un intervento di questo tipo deve essere effettuato in un contesto di verde urbano, dove è necessario rimuovere una pianta (magari di dimensioni notevoli) senza danneggiare nessuna struttura presente nelle immediate vicinanze. In questi casi, occorrono una dotazione e un’abilità operativa non comuni, mostrate nel caso esaminato al massimo livello da due aziende boschive, la Zoagli Garden di Olengo (NO) e la Cattellino Giardini di Borgomanero (NO) (che a dispetto del nome si occupano anche di lavori boschivi…), impegnate nell’abbattimento di due alberi di notevoli dimensioni situati all’interno dell’area di proprietà dell’Azienda Ospedaliera “Maggiore della Carità” di Novara.

LA CIPPATRICE: GANDINI CT50-75

La CT50-75 vista all’opera è una delle cippatrici più grandi della gamma offerta dalla Gandini Meccanica, superata solo dalla CT50-100 e dalla CT60-100. Come spesso accade, i numeri inclusi nella denominazione del modello specifi cano alcuni parametri base della macchina: in questo caso il primo (in cm) è il diametro massimo del materiale sminuzzabile, mentre il secondo indica la larghezza della bocca di carico (sempre in cm). Si tratta di una cippatrice a tamburo, dotata di 6 lame suddivise su due fi le; per il fi ssaggio sono stati impiegati bulloni in acciaio ad alta resistenza, avvitati in bussole fi lettate sostituibili. Il tamburo ha Ø 75 cm e parimenti larghezza di 75 cm. Tutte le parti soggette ad intensa usura (cassa tamburo, cassa ventola, tubo espulsione) sono costruite con lamiere in acciaio ad alta resistenza Hardox 600; la stessa ventola di espulsione è dotata di terminali avvitati, sostituibili per una rapida manutenzione in caso di usura. Anche la griglia di calibrazione è facilmente sostituibile, e permette (unitamente alla regolazione della distanza tra lama e controlama) di ottenere scaglie di lunghezza variabile tra 6 e 30 mm. La ventola di espulsione è posta in prossimità del tamburo, facilitando così l’estrazione del cippato e riducendo la quantità di polvere generata. Il tubo di espulsione è girevole a 360° in modo idraulico. La tramoggia di alimentazione rinforzata è dotata di 3 rulli dentati di traino (collegati da catene), azionati da motoriduttori epicicloidali a bagno d’olio, che garantiscono un’effi ciente trasporto del materiale da cippare verso il rotore. Sulla macchina è presente il dispositivo elettroidraulico “NoStress”, che se attivato ferma o addirittura inverte la rotazione dei rulli di alimentazione quando il regime del tamburo cala sotto un determinato limite, che può essere preimpostato su due diverse “aggressività” di intervento. I comandi, tutti attuati per via elettronica, sono raggruppati in una centralina e (come nel caso esaminato) possono essere controllati anche tramite un radiocomando dotato di dispositivi di sicurezza attiva e passiva, in conformità alla norma UNI EN 954-1. Alla macchina può anche essere abbinata una gru idraulica di caricamento. Gandini offre la cippatrice in questione anche in versione con motore autonomo, in questo caso uno Scania DC9 a 5 cilindri da 9300 cm³, che può erogare fi no a 358 kW di potenza (487 CV). La versione azionata dal trattore richiede invece l’accoppiamento con mezzi da 150 a 320 CV. La produttività può raggiungere i 120 m³/h di legname cippato.

« Torna all'elenco Press

CONDIVIDI

Puoi condividerlo sui principali social network.